Fotografare sensazioni e dar voce ai luoghi: a Palazzo Grillo la magia della mostra di Yvonne De Rosa

Fino al 29 ottobre i segreti della ‘Chiesa dei militari’ di Napoli raccontati per immagini nell’esposizione intitolata ‘A mia madre’.

Tutti possono scattare una foto, ma solo un occhio e un animo attento possono cogliere la vera essenza di un luogo, leggendone e interpretandone attraverso il tempo e lo spazio i significati nascosti. È il caso di Yvonne De Rosa, artista e fotografa nata a Napoli che ha inaugurato il 6 settembre la sua mostra ‘A mia madre’ nella location Primo Piano di Palazzo Grillo, nel cuore dei vicoli di Genova, in piazza Delle Vigne.

Visitabile fino al prossimo 29 ottobre, l’esposizione racconta i segreti custoditi all’interno della Chiesa della Nunziatella di Napoli: “I miei scatti nascono da un desiderio di un giovane editore napoletano, Roberto Nicolucci, che mi ha chiesto di fotografare la Chiesa della Nunziatella. 

Oltre a essere una piccola gemma nel cuore del centro di Napoli, è soprattutto conosciuta come ‘la chiesa dei militari’ perché racchiude tra le sue mura le storie di tanti, tantissimi ragazzi che sono passati di lì prima di andare in guerra o, se sono stati fortunati, al loro ritorno.

Ho deciso quindi di visitare quel luogo e di ascoltarlo, ho fotografato le sensazioni che sono racchiuse in quel luogo, le storie che sono passate da lì e ho utilizzato come degli appunti tutti i particolari della chiesa, a partire dagli affreschi alle piccole incisioni dei militari che prima di partire avevano lasciato come ricordo, come una data o un nome, fino a trovare pezzi di archivi, diari. Tutto questo, insieme, è diventato un unico volume, intitolato ‘A mia madre’.

Il mio lavoro è dedicato a un soldato in particolare e che ho conosciuto per due ragioni diverse: ho recuperato un suo piccolo diario dove, da bravo studente, annotava i suoi compiti e credeva di aver fatto così il suo dovere; in un secondo momento ho trovato una lettera, con un registro completamente diverso, che lui scrive perché è andato in guerra ed è stato catturato. Siccome comunque è un ragazzo scrive… a sua madre”.

In ogni avversità, davanti alle più dure fatiche, anche quando mi sembrava di impazzire bastava che pronunziassi il tuo dolce nome perché riuscissi ad assuefarmi al duro destino”, scriveva alla madre il soldato durante la sua permanenza tra quelle mura, rendendo perfettamente l’idea dello stato d’animo, che riesce a rivivere negli scatti di De Rosa.

La passione dell’artista per la fotografia, e in particolare per questo tipo di scatto, nasce da molto lontano: “La fotografia è sempre stata la mia passione ed è il mio modo per conoscere la realtà. Io la studio, la interiorizzo, e questo è il mio modo di descriverla. Credo molto nel fatto che un metodo lento di utilizzare la fotografia sia un metodo che possa aiutare le persone a entrare nelle storie, a riflettere su determinati argomenti che, magari, se fossero calati nella brutalità del presente sarebbero più difficili.

Per esempio una guerra: se ne immaginiamo una attuale cerchiamo di non pensarci, di sfuggire a questo pensiero e di non immedesimarci. Invece se eliminiamo il tempo e creiamo delle storie sospese che appartengono un po’ a tutti, come memoria collettiva, allora riusciamo ad avere quell’attimo in cui ci sentiamo parte di quella storia, e questo modo di comunicare genera una riflessione in più”.

Presentata la scorsa primavera al Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il titolo ‘Monumento Memento, la mostra ‘A Mia Madre’ è sbarcata a Genova come prima location al di fuori della sua città d’origine: “Devo la scelta al curatore Giovanni Battista Martini che mi ha presentato questo edificio splendido, il primo piano di Palazzo Grillo.  Genova è sempre stata un po’ somigliante a Napoli, mi sento praticamente a casa nei vicoli del centro storico”.

E proprio rimanendo a Genova, c’è qualcosa che è particolarmente caro all’occhio e al cuore di Yvonne De Rosa e che le fanno venir voglia di tirar fuori la macchina fotografica e scattare: le persone.

Trovo che le persone che popolano le botteghe e questo centro storico siano assolutamente di grande ispirazione. Come dicevo, sono veramente appassionata di fotografia, e una delle fotografe che amo di più è Lisetta Carmi”.

Il progetto espositivo nell’allestimento di Primo Piano di Palazzo Grillo si compone di 49 opere ed è stato curato da Giovanni Battista Martini.
Sarà visitabile fino al 29 ottobre nelle seguenti giornate: giovedì e venerdì, dalle 16 alle 20; sabato e domenica, dalle 14 alle 20. Ingresso libero.

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