La madre di tutte le autostrade

Prefazione di Matteo Salvini

La storia italiana passa anche, e forse soprattutto, dalle sue strade.

Roberto Nicolucci, dopo la carrellata di ponti “che uniscono”, ci guida sulle corsie dell’A8, quella che è stata definita l’autostrada più bella del mondo dal nostro Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché prefatore di questo libro.

Collana:
Titolo: La madre di tutte le autostrade
Prefazione di Matteo Salvini
Autore: Roberto Nicolucci
Prezzo: 15,00 €
Pagine: 64
Formato: 20x20
ISBN: 979-12-5542-01-3-2
Uscita: settembre 2024
Roberto Nicolucci nasce a Napoli. Storico e critico d’arte curioso e versatile, Nicolucci è editore e professore a contratto di storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, nonché articolista del quotidiano Il Tempo. Formatosi come storico presso l’Università napoletana di Suor Orsola Benincasa, Nicolucci ha terminato, con lode e plauso della commissione, il suo percorso di studi con una tesi magistrale di storia dell’arte sul decoratore napoletano Francesco De Mura, principale protagonista della Chiesa della Nunziatella. Da qui la creazione della Sala Museale di storia, arte e cultura della Scuola Militare Nunziatella, della quale è direttore scientifico e curatore dal gennaio 2020, nonché membro dell’Albo d’Oro della Fondazione Nunziatella. Numerose sono le esposizioni con relativi cataloghi cui Nicolucci ha collaborato nello scorso quinquennio. Citiamo, tra le altre, il catalogo della focalizzazione napoletana sul Caravaggio (2019), i cataloghi delle rassegne di Parigi e Napoli sul pittore barocco napoletano Luca Giordano (2019-2020) nonché quello, di particolare rilievo simbolico, sulla trasferta di alcuni capolavori del Museo di Capodimonte al Louvre (2023). Nel serto di contributi sull’arte a Napoli, tra pittura e scultura, occorre ricordare l’apporto, in qualità di relatore e saggista, ai volumi miscellanei sulla Cappella del Tesoro di San Gennaro e ai dipinti della quadreria del Pio Monte della Misericordia. L’attività scientifica e filologica è sempre accompagnata e integrata da una brillante vena di divulgatore. Si è dedicato, infatti, negli ultimi anni, alla promozione dei beni culturali in Italia attraverso la collaborazione con diversi giornali ed emittenti televisive. Ha partecipato a progetti documentaristici delle Università Mercatorum e Guglielmo Marconi. Negli anni 2020 e 2021 è stato il Responsabile della promozione culturale dell’Università Mercatorum. Nel 2022 ha sponsorizzato il restauro di un’opera di Nicola Malinconico - Adamo ed Eva piangono la morte di Abele [1690 ca.] - esposto al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. Nel 2021 ha fondato la casa editrice Roberto Nicolucci Editore per la quale ha curato il catalogo KEPÌ. Sala museale di storia, arte e cultura della Scuola Militare Nunziatella (2021), Francesco Solimena di Ferdinando Bologna (2022) e Gemito. La vita, l’opera di Salvatore di Giacomo e pubblicato Arte al guinzaglio. Passeggiata semiseria tra quadri, copertine e fotografie (2022), Un occhio di riguardo. Racconti di arte moderna 1401-1784 (2022) e Maradino alla scoperta dell’Italia. Napoli (2022). Fatti per unire. Ponti nell’arte tra Messina, Roma, Genova e il fiume Kwai (2023) e Pablo Picasso. Lo straordinario ladro della pittura (2023). Nel 2022 ha ricevuto il premio «Alumni Praeclari» dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli dedicato ai laureati dell’ateneo che hanno raggiunto posizioni professionali di eccellenza.

La storia italiana passa anche, e forse soprattutto, dalle sue strade.

Roberto Nicolucci, dopo la carrellata di ponti “che uniscono”, ci guida sulle corsie dell’A8, quella che è stata definita l’autostrada più bella del mondo dal nostro Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché prefatore di questo libro.

Meglio conosciuta come la Milano Laghi, questo tratto stradale quest’anno compie cento anni! Parliamo di un’infrastruttura così tanto intrecciata con la storia del nostro paese che è impossibile non fare riferimento al contesto politico e sociale dell’epoca. Ricco di cenni artistici e riferimenti di cultura “pop” questo tributo, dovuto, è per addetti ai lavori e non.

Per svago, per lavoro, di corsa o alla giusta velocità, tutti, da guidatore o da passeggero, hanno percorso almeno una volta questi tratti stradali a più corsie, probabilmente però senza mai chiedersene la storia o la progettazione; troviamo in questo volume, ben spiegate da Nicolucci, tutte le motivazioni e i passaggi che hanno portato alla nascita e allo sviluppo della rete autostradale nostrana, nata “dall’intuizione di un ingegnere e imprenditore edile scomparso a Milano nel 1951”, come ci ricorda il prefatore di questo volume.

Una strada senza “incroci a raso con altre arterie, riservata al traffico veloce delle auto e dei veicoli a motore, escludendo ogni altro veicolo, con il pagamento di un pedaggio per coprire le spese di costruzione e di gestione”, così la immagina e la progetta Pietro Puricelli, il “padre” delle autostrade.

Era il 1924 e si inaugurava, con il sovrano in prima linea, la Milano Laghi; “non esistono callaie insidiose, carri e carrozze da schivare o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo. Si divora la strada con ebbrezza, ci si riconcilia con tutto e con tutti, anche con le automobili” uno dei primi commenti a caldo dell’epoca, di Giuseppe Bavilacqua, dalle pagine di “Tribuna”. L’ebrezza della guida… è l’inizio della storia.

Attraverso l’immaginario finestrino di una Fiat 500 osserviamo il paesaggio italiano cambiare seguendo il flusso del progresso. Da Tondelli a Dalla, passando per Calvino, tutti i grandi autori hanno tratto ispirazione dallo scorrere costante dei paesaggi autostradali, che diventavano l’occasione perfetta per far fluire pensieri e riflessioni.

“Dai ponti si guarda il mondo, sulle strade lo si percorre provando ad abitarlo” – ci dice Nicolucci – e allora, radio a palla, ci immergiamo in questo squarcio di quotidianità italica che si articola a suon di automobili.

Dalle utilitarie alle sportive, in Italia l’auto ha sempre definito lo status quo di una persona, la velocità era il metro di giudizio. Sulla scia di un Futurismo non all’apice – ma ancora vivo – il cinema attinge a piene mani da questa spinta del progresso e sfrutta il manto autostradale come un vero e proprio palcoscenico… ci troviamo così a bordo di un auto sportiva, insieme a Mastroianni e a una stupenda Loren, proprio sull’A8 che scorre lenta ma che segue – come un terzo protagonista – i due attori, che danno prova di una magistrale recitazione e di un sodalizio artistico unico. Dopo De Sica ci penseranno poi Luchini, Dino Risi e Rosi a portarci in viaggio sulle nuove arterie autostradali.

Così Nicolucci ci accompagna nelle decadi dell’evoluzione del nostro paese mescolando cultura e infrastrutture, rivelando quanto la mobilità sia, in primis per noi italiani, sinonimo di libertà.