Archivio di Stato di Napoli, Nicolucci presenta Pablo Picasso

Grande appuntamento culturale, sabato 20 gennaio, alle ore 11, all’Archivio di Stato di Napoli. Nella sala Catasti verrà presentato, infatti, il libro «Pablo Picasso, lo straordinario ladro della pittura» di Roberto Nicolucci con la postfazione di Augusto Guarino. In piazzetta del Grande Archivio 5 interverranno la dottoressa Candida Carrino, direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, l’autore Roberto Nicolucci, professore di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Roma Guglielmo Marconi, Augusto Guarino, professore di Letteratura Spagnola e Pro-Rettore Vicario dell’Università di Napoli L’Orientale. Modererà l’incontro Stefano Causa, professore di Storia dell’Arte moderna e contemporanea dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Uno straordinario artista

Autore, tra gli altri, dei celebri Guernica e Les demoiselles d’Avignon, Pablo Picasso è uno di quegli artisti che non hanno bisogno di presentazioni. Uomo dalla personalità poliedrica, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per le sue opere, è stato uno dei protagonisti della vita culturale del ’900. Artista trasversale, a cinquant’anni dalla sua morte, avvenuta l’8 aprile 1973, rimane saldo nel suo ruolo di grande maestro e innovatore. Ed è per questo che, con Pablo Picasso. Lo straordinario ladro della pittura, Roberto Nicolucci intende non solo celebrarlo come uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo, ma anche illustrare, in maniera schietta e spiritosa, come la sua figura – insieme a quella di pochi altri: Frida, Caravaggio, Van Gogh, Leonardo… – sia riuscita a diventare, complice la diffusione dei social, un vero e proprio fenomeno pop: Quando un pittore, antico o moderno, scappa dalle sale di un museo rifugiandosi nelle fiction e sul web significa che è riuscito a recidere il filo spinato delle discipline. Picasso è patrimonio di tutti.

Picasso è il ‘9oo e il ‘9oo è Picasso, scrive ancora l’autore mentre ne delinea la figura e il lascito, mentre ne analizza l’evoluzione, posizionandolo come colonna portante di un intero secolo, nonché come re indiscusso di una nuova tradizione artistica che rompe con quella antica senza mai abbandonarla e dalla quale attinge continuamente.

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