Fame di storie (Nicolucci Editore), Magazzini Fotografici ricorda Minà
“Io non sono mai stato un giudice, un pubblico ministero. Questo mi hanno insegnato i miei maestri. Io sono solo il ponte tra una situazione, una personalità e la gente, il mondo. Io devo solo servire a che le persone capiscano, conoscano, abbiano nozione, non siano narcotizzate dal solito tran tran di notizie che vengono proposte per in modo che la gente non pensi”.
Queste parole sono scritte a caratteri grandi nel libro Fame di storie che racconta la vita lavorativa di Gianni Minà, che è considerato da tutti uno dei più grandi giornalisti a livello internazionale. Il libro (Edizioni di Roberto Nicolucci) è costruito come un album personale e raccoglie le tante foto e i ricordi degli incontri che Minà ha avuto nella sua lunga carriera.
Molti ricorderanno Massimo Troisi che espresse come suo sommo desiderio di avere l’agenda di Gianni Minà, perché conteneva i recapiti telefonici di alcuni dei personaggi più famosi del Novecento, come Fidel Castro e Cassius Clay.
La sua lezione è ancora oggi valida. L’unica cosa che deve guidare un giornalista è la curiosità e il dovere di informare i lettori.
Afferma ancora il grande giornalista: “Ho raccontato, ma ho anche lottato molto per sostenere il valore, ogni giorno più fragile, della libertà di espressione e del diritto ad essere informati”.
Una vita avventurosa condotta con grande serietà e senza mai vendersi ai grandi contenitori di informazione. Una vita che dimostra che la qualità del proprio lavoro può essere una leva competitiva per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi.
Molti oggetti, fotografie ed appunti, tra cui la famosa agenda, sono esposti a Magazzini Fotografici diretta da Yvonne De Rosa fino alla fine di luglio.
È possibile ammirare la sua macchina da scrivere, i suoi appunti personali, in qualche modo si può entrare nel suo mondo. La mia impressione è che per Minà erano importanti i rapporti personali e cercava sempre di capire chi era la persona che aveva di fronte, al di là del ruolo che avevano nello Star System. Questo gli ha consentito di conoscere e far conoscere ai lettori ed agli spettatori aspetti inediti di tanti personaggi famosi.
Gianni Minà ha sempre avuto una grande attenzione per quanto accadeva a Napoli, anche prima che alcuni fenomeni diventassero di moda. La sua amicizia con Massimo Troisi, Pino Daniele, Eduardo Bennato e tanti altri sono testimoniate dalle foto vernacolari presenti nel libro ed esposte in mostra.