Peppe Lanzetta: “Sorrentino non è per tutti, Parthenope è un monumento.”
Peppe Lanzetta a Fanpage.it: “Paolo Sorrentino non è per tutti, Parthenope è un monumento di dolore e bellezza”. Il futuro dopo il ruolo di Tesorone: “Sogno il film del mio libro Un Messico napoletano”. E sui fatti di sangue: “I giovani hanno ereditato solo allucinazioni. Perché Napoli, in fondo, è stata venduta come un esercito di delinquenti”.
Peppe Lanzetta non è semplice da incasellare in una categoria, perché è fuori da ogni schema. È una figura che incarna la Napoli più cruda, poetica e intensa. Per la seconda volta sul set con Paolo Sorrentino, Lanzetta interpreta l’arcivescovo Tesorone in Parthenope, un ruolo che sembra sublimare tutta la sua carriera. Per Tesorone, il regista gli ha chiesto di ingrassare e lui ha accettato senza se e senza ma. A Fanpage.it, Lanzetta racconta il day by day di questo lavoro, da quando Sorrentino gli ha consegnato il copione che avrebbe dato il via a un meraviglioso anno di prove intense e meticolose. Con lui, Celeste Dalla Porta, la protagonista giovane e bellissima del film, una presenza scenica che ha portato Lanzetta a misurarsi con le sue stesse insicurezze.
La conversazione che segue non è solo un’intervista; è uno scambio tra due voci che, in modi diversi, raccontano una città ferita e fiera.