Racconto e foto di Gianni Minà in FAME DI STORIE
Bellissimo il libro-agenda appena uscito con il titolo FAME DI STORIE /Gianni Minà pubblicato da Roberto Nicolucci Editore che raccoglie testi di Gianni Minà e Loredana Macchietti e foto dell’archivio personale del grande giornalista italiano scomparso recentemente. Tra le fittissime 290 pagine di storie e momenti della sua vita di giornalista spiccano anche i racconti, le foto, le testimonianze relativi ai personaggi incontrati in lungo e in largo nell’adorato continente Latinoamericano. Libro da non perdere.
Gianni Minà voleva fare il giornalista sportivo, era il suo sogno, ma la sua fame di storie l’ha ben presto spinto ad allargare le proprie vedute: si è interessato all’America Latina (l’Argentina di Maradona e Alberto Granado amico di Che Guevara, il Brasile di Frei Betto, Jorge Amado, Chico Barque, Toquinho e Vinicius de Moraes, l’Uruguay di Eduardo Galeano, la Colombia di Garcia Marquez, il Guatemala di Rigoberta Menchù, la Cuba di Fidel Castro, Osmany Cienfuegos e Alberto Juantorena, il Venezuela di Chavez, il Cile di Luis Sepulveda, il Chiapas/Messico del Comandante Marcos) e ha coltivato, negli anni, nuove amicizie che lo hanno riempito, arricchito e che hanno, in parte, cambiato la sua vita.
È stato un instancabile ricercatore di storie e di persone, ha raccolto vicende, testimonianze, suggestioni, analisi, molto spesso ignorate da giornali e televisioni.
Minà nelle sue interviste non è mai stato un giudice o un pubblico ministero, perché glielo hanno insegnato i suoi maestri, Ghirelli e Barendson. Con il suo mestiere è stato solo il ponte tra una situazione, una personalità che può essere quella di un campione sportivo come può essere quella di un politico o di un altro artista e la gente e il mondo. “Il giornalismo”, ha sempre detto, “deve solo servire affinché che la gente capisca, conosca, abbia nozione, non sia narcotizzata dal solito tran tran che lo sport spettacolo e non propone per fare in modo che la gente non pensi”.
Questo libro di fotografie è dedicato alle sue figlie e alla loro generazione spoliata e derubata anche di un sogno di futuro, vorrebbe lasciare loro la testimonianza di persone e situazioni, spesso drammatiche, che ha visto e raccontato, perché “sapere, qualche volta, vuol dire migliorare la propria esistenza, ma soprattutto sostenere il valore, ogni giorno più fragile, della libertà di espressione e del diritto ad essere informati”.
Libro bellissimo curato dalla Fondazione Gianni Minà grazie al preziosissimo lavoro della moglie Loredana Macchietti, ottimo per l’originalità grafica e la confezione cartonata, mix tra libro tradizionale e agenda, ricchissimo di foto spettacolari e storiche, uniche. Come unico è stato Gianni Minà, giornalista e promotore multiculturale inimitabile.